Nel 2006 viaggiava con una cartina, la fotocamera, il necessario per la sopravvivenza e la sua inseparabile bicicletta. La sua prima spedizione era rivolta ai giovani: una dimostrazione della grande forza di volontà necessaria per affrontare gli ostacoli. Questa volta ha dei compagni, due dei suoi dieci cani. Mona e Fido hanno percorso con lui migliaia di chilometri. E fino allo scorso 25 agosto c’era anche sua moglie Sabine Knoll, che però ha dovuto abbandonare la sfida perché si è infortunata a un ginocchio.
«I cani non sono affaticati, procediamo molto lentamente», ci tiene a precisare Antonio De Matteis, appassionato ciclista, 50 anni, pugliese di Matino, paese in provincia di Lecce. E il messaggio di questa lunga avventura, partita il 16 agosto del 2008, e che sta per concludersi con il rientro a casa, è proprio quello di richiamare l’attenzione sull’importanza di rispettare gli animali.
Nella vita Antonio fa l’autista di camion, mentre sua moglie guida i taxi. «Fino a oggi (17 settembre, ndr) abbiamo percorso 10.600 chilometri – spiega Antonio - Abbiamo raggiunto il Portogallo, la Spagna, il Belgio, l’Olanda, la Germania, l’Austria…I ricordi più belli, che porterò sempre con me, sono legati alle persone che abbiamo incontrato. Si sono congratulate per quello che stiamo facendo, per la nostra battaglia a sostegno degli animali. E per noi è come un applauso per un cantante».
Otto le nazioni visitate nel giro d’Europa a 4 zampe, un percorso lungo complessivamente 11mila chilometri.
Se sommati al primo viaggio di tre anni fa, i chilometri diventano 25mila.
«Sono tornato a Termoli molto volentieri. La città ricorda molto Gallipoli, quindi mi sento in famiglia – aggiunge Antonio – per il primo viaggio ho scritto un libro. E racconterò anche la mia seconda avventura».
Il ciclista ha anche affrontato i cambiamenti climatici di tutte e quattro le stagioni in giro per l’Europa: «Ci sono stati momenti difficili, quando era molto freddo».
Antonio e i suoi due cagnolini ogni giorno viaggiano per circa 25 chilometri, per poi fermarsi, con una bici speciale che pesa 110 chili, con un carrello al seguito con l’occorrente per la notte, sacco a pelo e tenda.
Il 27 settembre calerà il sipario anche su questa ultima sfida. E riprenderà la vita di sempre: «Tornerò al lavoro dopo tanti mesi, e chi lo sa, se il futuro ci riserverà nuovi traguardi da superare», dice ancora Antonio prima di salutare Termoli.